Eco-caccia all’anatra per il censimento nel parco di Monza: la “mandarina” resiste

Eco-caccia all’anatra nel parco di Monza. Armato di taccuino e guida di riconoscimento, Matteo Barattieri ha completato il censimento 2016 degli uccelli acquatici in città. E l’anatra mandarina resiste, ma cala nei numeri.
Un gabbiano comune al parco di Monza
Un gabbiano comune al parco di Monza Federica Fenaroli

Iwc, ovvero International waterbirds census. In Italia il “Conteggio internazionale degli uccelli acquatici” è arrivato solo nel 1985: ha compiuto da poco trent’anni. A livello internazionale, però, si pratica da esattamente mezzo secolo: la sua prima edizione risale al 1957 e ogni anno, da allora, ha chiamato a raccolta appassionati e universitari, dilettanti e professionisti: più di quindicimila in tutto il mondo.
A realizzarlo all’interno del parco di Monza anche quest’anno ci ha pensato lo studioso di fauna locale Matteo Barattieri, rilevatore per la zona del progetto che, a livello mondiale, si propone di scattare una fotografia sullo stato di conservazione degli uccelli acquatici.

A meta gennaio, Barattieri, munito di taccuino per prendere appunti, binocolo, pazienza (tanta) e guida di riconoscimento – regola numero uno: mai farsi trovare impreparati perché può sempre essere possibile, infatti, imbattersi in qualche nuova specie – ha fatto da spola tra il laghetto della Villa reale, quello della Valle dei sospiri e il tratto di Lambro che scorre tra le mura del polmone verde della città. I risultati raggiunti in circa tre ore di osservazione? In linea, secondo l’esperto, con le aspettative. E nessuna sorpresa “esotica”.

«Poche le anatre al laghetto della Villa: solo una quindicina i germani reali – racconta – Il numero complessivo, però tra laghetto e Lambro, è più alto rispetto agli ultimi due anni: siamo a quota 125. Nel 2015 ne avevo contati 74 e 2014 erano 83. I gabbiani non hanno ripetuto gli acuti del 2015, quando erano oltre 200: il totale si ferma solo a 39. Le belle e coloratissime anatre mandarine sono, invece, appena 21: sono lontani i tempi in cui se ne contavano più di 40».


Il che non è positivo. «È un peccato – aggiunge Barattieri– perché si tratta di una delle popolazioni più importanti per la specie in Italia: ormai naturalizzata, la mandarina, infatti, ha tra i suoi pochi luoghi di riproduzione italiani proprio il nostro parco».
I dati raccolti sono utili anche per determinare il numero di individui abbattibili per quelle specie prese di mira dai cacciatori: «Se dovessimo contare un numero troppo basso per una certa specie di individui – precisa ancora lo studioso – Allora potrebbe essere necessario aggiustare i parametri venatori».

Il periodo prescelto per la conta è sempre il mese di gennaio, indicativamente nel periodo compreso tra l’8 e il 24: date che non sono scelte a caso, ma che, ovviamente, corrispondono all’intervallo più freddo dell’anno, quello durante il quale gli animali tendono a muoversi di meno. E a essere più facilmente censiti. Il parco di Monza è stato inserito nell’elenco dei luoghi di interesse per la rilevazione solo nel 2002. Hanno giocato a suo favore l’ampia estensione di aree ricche d’acqua e la presenza di una consistente avifauna acquatica.