Dopo le dimissioni di Napolitano: come si elegge un presidente della Repubblica?

Chi vota? Come si vota? Chi può essere eletto? Insomma, cosa succede adesso che Giorgio Napolitano ha firmato la lettera delle sue dimissioni? Le risposte a (quasi) tutte le domande.
Dopo le dimissioni di Napolitano: come si elegge un presidente della Repubblica?
Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano ha firmato la lettera di dimissioni. E adesso? Come si elegge un presidente della Repubblica? Le regole per votare il suo successore sono scritte tutte nella Costituzione (leggila sul sito del Quirinale).

“Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri”, lo dice l’articolo 83.

“All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze – continua – La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.

Numeri – Quanti sono quindi i votanti? Ai 630 deputati e ai 315 senatori eletti si aggiungono i senatori a vita e i grandi elettori votati dalle Regioni.

I senatori a vita sono Mario Monti (ex presidente del consiglio), l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la scienziata Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano, il fisico Carlo Rubbia e lo stesso Napolitano.

Solo Ciampi e Cossiga furono eletti al primo turno, per Leone ci vollero ventitré scrutini. Sandro Pertini fu il più votato (82% al sedicesimo scrutinio).

Regole – Scrutinio segreto significa che ogni elettore esprimerà la propria preferenza nel segreto dell’urna per poi lasciare la scheda nella cesta di vimini. Tutte le schede verranno lette dal presidente della seduta – in questo caso è della Camera, come dice l’articolo 63, quindi Laura Boldrini: “Quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, il Presidente e l’Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati” – durante lo scrutinio.

Chi può essere eletto? In genere lo insegnano a scuola e la risposta sta nell’articolo 84: “Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici”. Per quanto tempo lo dice l’articolo successivo: “eletto per sette anni” (art. 85).

Protocollo – Dopo la nomina, il presidente fa giuramento “di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune” (art. 91). Il giuramento avviene nel giorno dell’effettiva presa dei poteri, mentre suona la campana del Palazzo della Camera e in piazza risuoneranno 21 colpi di cannone. Poi il discorso di insediamento.

Il cerimoniale prevede in seguito la visita all’altare della Patria, con incontro col sindaco di Roma, e poi viaggio da Montecitorio fino al Quirinale a bordo della Lancia Flaminia scortata dai Corazzieri.

Il Palazzo del Quirinale è la residenza ufficiale del presidente della Repubblica, ma non tutti hanno scelto di trasferirsi e abitare lì (per esempio De Nicola, Einaudi, Pertini e Cossiga).

Cosa fa – Il presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. L’articolo 87 dice anche: può inviare messaggi alle Camere; indire le elezioni delle nuove Camere e fissare la prima riunione; autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo; promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti; indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione; nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato; accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere; ha il comando delle forze armate; presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge; dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere; presiede il Consiglio superiore della magistratura; può concedere grazia e commutare le pene; conferisce le onorificenze della Repubblica.

“Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse” (art.88).

11 presidenti (e mezzo) – Giorgio Napolitano, eletto in primo mandato il 15 maggio 2006, è l’undicesimo presidente della Repubblica italiana. Nell’aprile 2013 il suo incarico è stato rinnovato, per la prima volta in Italia, al sesto scrutinio dopo le fumate nere per Franco Marini e Romano Prodi.

Il primo presidente della storia repubblicana è stato Enrico De Nicola, eletto capo provvisorio dall’assemblea costituente il 28 giugno 1946. Poi Luigi Einaudi (1948-1955), Giovanni Gronchi (1955-1962), Antonio Segni (1962-1964, dimesso), Giuseppe Saragat (1964-1971), Giovanni Leone (1971-1978), Sandro Pertini (1978-1985), Francesco Cossiga (1985-1992), Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006).