Dipendente brianzola delle Poste licenziata per la truffa da migliaia di euro a parenti e amici

È stata licenziata dopo aver truffato parenti, amici e conoscenti per diverse decine di migliaia di euro. È un’impiegata delle Poste in servizio a Carate Brianza, poi a Monza. Qualche mese fa un caso analogo a Veduggio.
Gli uffici di via General Cantore a Carate Brianza
Gli uffici di via General Cantore a Carate Brianza

Approfittava della loro fiducia, maturata nel corso degli anni, e offriva operazioni finanziarie che – a suo dire – erano veri e propri affari. E invece quelle proposte erano molto probabilmente delle truffe che alla donna, dipendente all’ufficio di Poste Italiane di via General Cantore a Carate Brianza fino a qualche mese fa, poi trasferita in servizio a Monza nell’ultima parte dello scorso anno, è costato il licenziamento. L’azienda, dopo le opportune verifiche scattate dopo le segnalazioni di alcuni clienti, ha infatti preso il drastico provvedimento nei confronti della sua impiegata.

La donna, una cinquantasettenne di Besana, classe 1959, è stata denunciata: avrebbe truffato parenti, amici e conoscenti, per diverse decine di migliaia di euro. Il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura delle Repubblica di Monza, dopo gli esposti presentati alle forze dell’ordine da parte di diversi risparmiatori. Uomini e donne che all’impiegata aprivano le porte di casa e che da lei si lasciavano convincere a sottoscrivere investimenti dai tassi altissimi e dai guadagni facili. Documenti che – a conti fatti – altro non erano che carta straccia, tanto che i risparmiatori non hanno più rivisto gran parte delle somme consegnate alla donna perché le investisse. Poste, svolte le indagini interne tramite i suoi ispettori, ha quindi preso la decisione di licenziare la besanese.

Non il primo caso di indagine per truffa, questa. Nei mesi scorsi la stessa azienda postale aveva già licenziamento il direttore dell’ufficio di Veduggio. L’uomo, residente a Renate e già responsabile degli uffici postali di Capriano (poi chiuso in favore della riapertura di quello di Briosco) e Vergo Zoccorino, avrebbe truffato perlopiù anziani, tanto che in alcuni casi solo l’intervento dei figli ha permesso di verificare l’esatto ammontare degli ammanchi.

«Poste Italiane – così allora l’azienda in una nota ufficiale – si dichiara parte lesa e ha immediatamente prodotto tutti gli atti necessari a quantificare i danni e procedere ai rimborsi. Sono dunque in fase di ultimazione le schede tecniche che, in tempi brevi, consentiranno all’azienda di risarcire i cittadini coinvolti. Poste Italiane ribadisce la vicinanza alle comunità. L’azienda si pone parte civile per tutelare la propria immagine, legata a una vocazione di prossimità che da oltre centocinquant’anni ne fa punto di riferimento sul territorio». Questo, come detto, mesi fa. Nessuna dichiarazione, invece, su questo ennesimo episodio.