Di traverso per salvare una bimba Premio al camionista-eroe della A4

All’inizio di settembre aveva messo il suo camion di traverso sull’autostrada A4 per proteggere una bambina sbalzata sulla carreggiata. Ora il suo gesto viene premiato. Lui è Ion Purice, autista rumeno da anni stabilito in provincia di Rovigo, e l’appuntamento è venerdì all’autodromo di Monza.

All’inizio di settembre aveva messo il suo camion di traverso sull’autostrada A4 per proteggere una bambina sbalzata sulla carreggiata. Ora il suo gesto viene premiato. Lui è Ion Purice, autista rumeno da anni stabilito in provincia di Rovigo, e l’appuntamento è venerdì all’autodromo di Monza.

Quella che lui aveva archiviato come “una cosa normale da fare” gli è valsa il premio TruckEmotion come “Driver of the year” e la stretta di mano di diverse autorità: il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, Rocco Girlanda, il presiente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè, il console generale di Romania George Gabriel Bologan e il presidente lombardo della Croce rossa italiana, Maurizio Gussoni, che aveva riportato le testimonianze dei volontari presenti sul luogo dell’incidente.

Tutto era successo nella mattina di domenica 1 settembre tra Dalmine e Bergamo, sull’autostrada Milano-Venezia. Alla vista di una bambina in mezzo alla strada sbalzata da una monovolume carambolata sul guard rail non ci aveva pensato due volte a fermare il suo camion di traverso per proteggere il luogo dell’incidente. Un gesto coraggioso premiato da un altro colpo di fortuna per la ragazzina, 8 anni, figlia di una famiglia di marocchini: in quel momento infatti era di passaggio anche una squadra della Croce rossa di Lomazzo in viaggio verso la provincia di Mantova.

La bambina era stata così prontamente soccorsa, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e delle forze dell’ordine. Fino al trasporto in ospedale. Ma a questo punto Ion Purice era già ripartito per il suo viaggio di lavoro. Solo il tam tam dei colleghi nei giorni successivi aveva permesso di riconoscerlo e rintracciarlo.

Permettendogli anche di fargli incontrare il papà della bimba, oltre alla ribalta delle cronache.

Il suo gesto era stato decisivo come la prontezza dei volontari di Lomazzo, la squadra di “angeli della strada” che schierava anche la cesanese di Lazzate Sabina Viscomi tra i suoi componenti.

«Non chiamateci eroi, abbiamo fatto solo il nostro dovere – aveva detto lei al Cittadino qualche giorno dopo l’incidente – È stato tutto molto automatico: siamo scesi in strada e ciascuno sapeva cosa fare. Avevamo solo pochi materiali con noi. Stavamo andando ad una gara. Ma tutto ciò che abbiamo potuto fare è stato decisivo». Nessun eroe, ma diverse persone al posto giusto nel momento giusto.