Di Pietro su Pedemontana: «Si farà tutta, se no costerebbe di più»

A colloquio con Antonio Di Pietro, presidente della società Pedemontana, che assicura sul futuro della grande opera: «Si farà tutta. La Banca Europea Investimenti sarà qui a marzo, per una valutazione. La sua partecipazione potrebbe invogliare gli istituti di credito a mettere soldi».
Pedemontana
Pedemontana Attilio Pozzi

«La B2 resta una tratta molto importante sia per decongestionare il traffico, sia per l’economia del territorio».

Il presidente di Pedemontana Antonio Di Pietro rassicura amministratori locali e cittadini: i cantieri dell’autostrada ripartiranno ma non fa previsioni sui tempi dell’intervento.

Presidente quando sarà possibile riprendere i lavori?

«Ritengo che sia opportuno attendere che ci sia il denaro necessario. Troppe volte le opere pubbliche sono state avviate senza i finanziamenti sufficienti: questa volta daremo via libera non appena le banche firmeranno i documenti».

La ricerca dei finanziatori rimane il nodo principale di quest’opera: i privati sono fuggiti di fronte agli incassi inferiori a quelli stimati con il risultato che mancano all’appello 1.500 milioni di euro…

«Sì, ma negli ultimi mesi sono stati compiuti notevoli passi avanti. Tutti i ritardi sono dovuti alle iniziali previsioni di traffico che non sono state confermate dai flussi dei veicoli. La Banca Europea degli Investimenti lo scorso anno non ha partecipato al piano di finanziamento, ma di recente ha chiesto di riaprire la pratica. All’inizio di marzo i tecnici della Bei verranno da Bruxelles per valutare il rapporto tra il traffico e la spesa. La sua partecipazione alla realizzazione dell’autostrada potrebbe invogliare gli istituti di credito a fare altrettanto, tantopiù che la Regione ha garantito che coprirà la parte degli investimenti che non sarà ripagata dai pedaggi».

E sugli altri fronti a che punto sono le procedure?

«Il Cipe ha prorogato di sette anni il riconoscimento di pubblica utilità dell’opera e questo consentirà di effettuare gli espropri dei terreni. Abbiamo, inoltre, creato un gruppo di lavoro che conteggerà le somme da riconoscere a Strabag, la società che si è aggiudicata la costruzione di Pedemontana, per i ritardi nei lavori: se l’azienda non accetterà la transazione risolveremo il contratto. Tutte le tratte, compresa la D da Vimercate a Brembate, saranno completate perché non farle costerebbe più che farle».

Resta, però, aperta la questione diossina che preoccupa i sindaci lungo la B2: recentemente il Pirellone ha ventilato l’ipotesi di presentare ricorso nei confronti della Givaudan per pagare i costi delle bonifiche che potrebbero toccare i 40 milioni. Lei cosa ne pensa?

«Quei terreni andrebbero risanati a prescindere dal passaggio dell’autostrada e la Regione dovrà decidere il da farsi: Givaudan, però, ai tempi ha già versato i risarcimenti. Entro la fine di febbraio sarà convocata una conferenza di servizi a cui parteciperanno anche Arpa e gli amministratori locali durante la quale affronteremo il problema».

Al momento restano al palo gli interventi di compensazione che Pedemontana si è impegnata ad attuare per mitigare l’impatto dell’autostrada sulla viabilità locale mentre i ponti sulla Milano-Meda richiedono parecchi interventi di manutenzione: che programmi avete?

«Avvieremo le compensazioni man mano che i cantieri avanzeranno: se, però, qualche comune vorrà effettuarli a proprie spese ci farà solo piacere. Quanto ai ponti per ora tocca ancora alla Provincia intervenire».

Presidente, lei si prepara a lasciare il testimone al direttore generale che sarà individuato nelle prossime settimane…

«Lo impone la legge: come pensionato statale non posso ricoprire un incarico manageriale, anche a titolo gratuito, per oltre un anno. Non intendo rimanere al mio posto fino all’ultimo giorno, ma voglio avere il tempo di effettuare il passaggio di consegne al mio successore».