Desio, la Regione: «Cava ’ndrangheta, ci vuole un’ordinanza del Comune»

La cava di via Molinara, la discarica della ’ndrangheta, deve essere bonificata ma finora non sono arrivati neanche i soldi per le analisi. Soldi promessi dalla Regione. Il Pirellone ora dice che ci vuole una ordinanza del Comune che certifichi la situazione d’emergenza. Il sindaco Corti: «Su che basi?»
I controlli della polizia provinciale nella cava di via Molinara di Desio qualche anno or sono.
I controlli della polizia provinciale nella cava di via Molinara di Desio qualche anno or sono.

I finanziamenti regionali per le analisi del terreno della cava di via Molinara non sono ancora arrivati. La Regione si era impegnata a stanziarli 3 anni fa. Ora l’assessore regionale all’ambiente Claudia Terzi, da noi interpellata, sostiene che i soldi potrebbero arrivare attraverso un altro canale, quello dell’urgenza, se il sindaco emana un’ordinanza di rischio sanitario. Ma il primo cittadino ribatte: «Sulla base di cosa dovrei emanare questa ordinanza? Avrebbero dovuto farla, se mai,gli amministratori quando è stata scoperta la cava, più di 8 anni fa. Adesso noi aspettiamo i soldi che la Regione ha promesso, senza dover ricorrere alle ordinanze d’emergenza».

E’ l’ultimo capitolo della lunga storia della cava della ’ndrangheta, scoperta nel 2008 e mai bonificata. Sotto si nascondono rifiuti anche pericolosi. La bonifica costa 5 milioni di euro. Prima , occorre ì fare le analisi di caratterizzazione, per esaminare la natura dei rifiuti. Il costo è di circa 150 mila euro.

«Abbiamo ricevuto le segnalazioni del sindaco di Desio – sottolinea l’assessore regionale all’ambiente Claudia Terzi – . Al primo cittadino è stato spiegato come la Regione possa finanziare due tipi di interventi: quelli previsti dalla programmazione, pubblicati nel Piano Regionale Bonifiche, la cui graduatoria si aggiorna ogni 3 anni. Oppure c’è la possibilità di finanziare interventi di messa in sicurezza di emergenza o azioni di prevenzione alla diffusione dell’inquinamento in presenza di un rischio sanitario. Questa opzione si configurava adeguata per supportare la volontà del comune di Desio di procedere con la caratterizzazione del sito. Per seguire questa possibilità il sindaco deve emanare un provvedimento che indichi la sussistenza dei requisiti di urgenza, e attraverso un’ordinanza comunale, affermare che esiste un rischio sanitario. La Regione potrebbe così finanziare un intervento di emergenza e urgenza. Questi passaggi non ci risultano ancora svolti, così come non abbiamo ricevuto dal comune richiesta di finanziamento dell’intervento».

«Il consiglio regionale aveva approvato l’impegno per il finanziamento nel 2014 – ribatte il sindaco – Prendo atto che il consiglio afferma una cosa e l’assessore un’altra». Se mai si dovessero fare le analisi, ci sarà poi da progettare l’intervento vero e proprio. Invece della bonifica, Società Pedemontana propone il “capping” , una copertura delle zone inquinate con membrane impermeabili. «Ora– dice l’assessore Terzi – non possiamo esprimerci sul fatto che il capping sia o meno la soluzione migliore, dobbiamo prima capire cosa contiene la cava».