Daspo urbano a Seregno contro bulli, vandali e mendicanti

Sulla scorta del decreto Minniti, Seregno introduce il Daspo urbano contro schiamazzi e vandalismi. Il sindaco Mazza ha firmato l’ordinanza che si concretizza in un decreto di allontanamento: la Polizia locale potrà identificare chi ascolta musica ad alto volume o chiede l’elemosina.
Linea dura a Seregno contro chi disturba la quiete pubblica
Linea dura a Seregno contro chi disturba la quiete pubblica Paolo Volonterio

Concretizzando una possibilità prevista dal cosiddetto decreto Minniti, il numero 14 di quest’anno, il sindaco Edoardo Mazza ha firmato la scorsa settimana un’ordinanza, che ha introdotto in città il cosiddetto Daspo urbano.

«Siamo di fronte ad un tentativo di debellare fenomeni come gli schiamazzi o i vandalismi sul nostro territorio – ha spiegato il sindaco – D’ora in avanti, la Polizia locale avrà ad esempio la facoltà di identificare i giovani che ascoltano musica ad alto volume, disturbando il contesto circostante, gli extracomunitari che stazionano nelle aree verdi oppure coloro che, al di fuori dei luoghi di pertinenza dei locali pubblici, bevono alcolici in misura eccessiva. A fronte di una reiterazione di questi comportamenti, gli interessati si vedranno notificare appunto un Daspo urbano, un decreto di allontanamento dagli spazi dove si sono registrati gli episodi contestati».

Nelle parole del primo cittadino, sono poi emerse tra le righe le difficoltà che la procedura comporterà inevitabilmente: «Agenti ed ufficiali della Polizia locale mi hanno già anticipato, ad esempio, che l’identificazione di un extracomunitario potrà richiedere anche un’intera giornata di lavoro, per la verifica della sua identità e della regolarità del suo permesso di soggiorno. E questo indubbiamente farà sì che gli uomini così impegnati non potranno dedicarsi al presidio del territorio. Tuttavia, ci sembra che lo strumento in linea generale possa essere utile».

La chiosa è stata costituita da un appello: «Una delle piaghe che affligge la nostra realtà è quella degli accattoni. Ce ne sono ovunque. Invito la popolazione a non sovvenzionarli: chi ha davvero bisogno, è aiutato dai servizi sociali».