Dalle terre Incas alla Brianza, rinasce il mais blu nei campi di Cornate d’Adda

Due fratelli, imprenditori agricoli a Cornate d’Adda, hanno fatto rinascere il mais blu coltivato un tempo dagli Incas. Un progetto nato in collaborazione con l’Università statale di Milano.
Un sacchetto di mai blu di Cornate d’Adda
Un sacchetto di mai blu di Cornate d’Adda

A Cornata d’Adda rinasce il mais blu “amico del cuore” degli antichi Incas. Il progetto, frutto della collaborazione tra i fratelli Frettoli, imprenditori agricoli di Coldiretti, e l’Università Statale di Milano, è stato presentato oggi all’Expo del capoluogo lombardo al Padiglione “No farmers, no party” di Coldiretti, all’inizio del Cardo vicino all’Ingresso Sud al sito espositivo.

Ricco di antocianine, potenti anti ossidanti naturali presenti in altri alimenti come ribes, uva e ciliegie, questo cereale aiuta a prevenire malattie cardiovascolari come l’infarto. «Dopo alcuni anni di sperimentazione in campo – spiega Nicola Frettoli titolare insieme al fratello dell’omonima azienda agricola a Cornate d’Adda – lo scorso ottobre abbiamo ottenuto il primo raccolto, con cui abbiamo realizzato farina per polenta e biscotti».

Un risultato frutto di un lavoro di collaborazione con l’Università Statale di Milano, che dura dal 2010. «Tutto è iniziato per caso – racconta Marco Frettoli – In televisione abbiamo visto una docente universitaria che spiegava le proprietà di questo cereale. Ci siamo messi in contatto e abbiamo chiesto se era possibile testarlo in campo». In questi giorni, intanto, è partita la semina del nuovo raccolto: «Rispetto alla scorsa stagione – spiega ancora Frettoli – abbiamo ampliato la superficie coltivata che quest’anno sarà di due ettari. L’obiettivo è continuare la sperimentazione per ottenere un prodotto con una più alta concentrazione di antocianine».