Correzzana, residenti uniti contro il forno crematorio per animali

Cittadini uniti contro un forno crematorio per animali domestici. Succede a Correzzana, dove i residenti di via Monte Rosa si sono organizzati per contrastare la struttura costruita a pochi passi dall’isola ecologica e vicina alle loro abitazioni.
Correzzana, il forno crematorio di via Monte Rosa
Correzzana, il forno crematorio di via Monte Rosa Gabriele Galbiati

Cittadini uniti contro un forno crematorio per animali domestici. Succede a Correzzana, dove i residenti di via Monte Rosa si sono organizzati per contrastare la struttura costruita a pochi passi dall’isola ecologica e vicina alle loro abitazioni. Una battaglia, quella dei residenti correzzanesi, portata avanti su due binari differenti: quello ambientale e quello della legalità.

«L’ambiente nella zona è messo a dura prova dall’isola ecologica e dall’antenna con i ripetitori per i telefonini, il forno sarebbe un’ulteriore aggiunta che peggiorerebbe la situazione – spiegano i residenti – Il problema maggiore però di tipo legale. Come si evince dal Pgt vigente, l’unico titolo abitativo che autorizza la realizzazione di nuove costruzioni in quell’area, la cui destinazione è di tipo “Aree ed attrezzature per il tempo libero”, è il rilascio di un permesso convenzionato. L’opera concessa in variante (il forno crematorio ndr.) risulta incompatibile con la destinazione d’uso della zona, in quanto non ci risulta che la proprietà abbia in cantiere alcuna opera di compensazione».

Come raccontato dai cittadini infatti, il forno crematorio non sarebbe l’opera principale, ma bensì una variante, in quanto il permesso iniziale da parte della proprietà è stato richiesto per la realizzazione di un galoppatoio per cavalli.

«Durante la costruzione del galoppatoio, l’azienda agricola ha fatto richiesta per la realizzazione del forno crematorio – proseguono i cittadini – Il Comune ha accordato il permesso per la costruzione, mentre invece la Provincia ha rilasciato l’autorizzazione unica ambientale».

I cittadini si sono dunque organizzati, prima con una raccolta di firme protocollata in Comune per contrastare la situazione e durante le scorse settimane alcuni dei residenti hanno anche fatto ricorso al Tar per annullare i permessi rilasciati da Comune e Provincia. Per esporre la vicenda agli altri correzzanesi, i residenti la scorsa settimana hanno inoltre organizzato una riunione all’oratorio.

Sulla vicenda è voluto intervenire anche il sindaco Mario Corbetta che ha spiegato il punto di vista del Comune: «Quello che posso dire è che l’Ufficio Tecnico, analizzando le richieste ricevute ha ritenuto di rilasciare il permesso. A seguito della raccolta di firme poi, c’è stato un ulteriore controllo da parte degli uffici che hanno confermato, dal loro punto di vista, la correttezza dell’operazione. Per quel che riguarda noi come amministrazione abbiamo fatto richiesta a Regione Lombardia per capire se la collocazione del forno crematorio nell’area fosse legittima. La Regione ha risposto che le competenze in questo caso sono di tipo comunale e quindi anche noi approfondiremo la questione per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda».