Cornate d’Adda dice no all’inceneritore dell’Italcementi a Calusco

Forno per i rifiuti al posto del cementificio? La Brianza è contraria. Il sindaco di Cornate scrive lettere alla Provincia di Bergamo per ribadire la contrarietà al progetto di Italcementi. Busnago è preoccupato anche per l’ipotesi di Trezzo sull’Adda.
Cornate d’Adda dice no all’inceneritore dell’Italcementi a Calusco

L’ipotesi dell’inceneritore a Calusc
o fa paura e anche le amministrazioni comunali hanno orecchie e occhi aperti sul problema. Nella zona di Monza e Brianza, sono soprattutto quelle di Cornate d’Adda e Busnago a preoccuparsi: i loro Comuni, seppure appartenenti a una provincia diversa da quella del futuro (probabile) mangia rifiuti, sono a quest’ultimo assolutamente prossimi in linea d’aria. Aria che, se la richiesta di Italcementi verrà esaudita, sarà ancora più sporca e inquinata di oggi.

LEGGI La notizia della petizione nei Comuni del Vimercatese

I Comuni di Cornate e di Busnago, questa settimana, hanno provveduto a pubblicare sui loro siti istituzionali l’avviso della possibilità di firmare, negli uffici comunali, la petizione promossa dai comitati “Aria pulita centro Adda” e “La nostra aria” (il primo creato a Verderio, circa 2 settimane fa, dall’iniziativa di Marco Benedetti, il secondo nato nel 2012 per la tutela dell’aria e contro l’incenerimento dei rifiuti a Calusco e dintorni), nonché da Rete rifiuti zero Lombardia. L’iniziativa popolare vuole chiedere «all’amministrazione provinciale di Bergamo di attivare tutte le procedure possibili per imporre a Italcementi spa presso lo stabilimento di Calusco d’Adda una drastica riduzione delle emissioni inquinanti e di negare l’utilizzo di fanghi industriali, pneumatici usati, copertoni e plastiche come combustibile alternativo, preso atto che lo stabilimento è un cementificio e non un inceneritore». La raccolta firme, grazie al passaparola e alla possibilità di firma anche online, si è allargata anche a Sulbiate, Aicurzio e Bernareggio.

Oltre alla pubblicizzazione dell’iniziativa popolare, le amministrazioni comunali stanno scendendo in prima linea per ostacolare la volontà di Italcementi di aumentare il quantitativo di combustibili annui da 30mila a 110mila tonnellate, e di sostituire i combustibili fossili con rifiuti di plastica, gomme e pneumatici, biomasse legnose e fanghi biologici essiccati.

«Negli ultimi mesi ci siamo incontrati con regolarità, una volta a settimana o ogni 2 settimane, con gli altri Comuni contrari a questo provvedimento»

ha detto Fabio Quadri, sindaco di Cornate d’Adda e unico primo cittadino di Monza e Brianza ad aver firmato i documenti indirizzati al sindaco di Calusco e alla provincia di Bergamo. Il primo, inviato a novembre, invitava il sindaco bergamasco a convocare il Tavolo territoriale con Italcementi per discutere delle conseguenze della richiesta dell’azienda (appresa dai Comuni dopo la pubblicazione di un articolo sull’Eco di Bergamo). Richiesta rimbalzata dall’amministrazione caluschese. Il secondo, recente, metteva per iscritto una serie di osservazioni e di richieste condivise dai Comuni firmatari.

LEGGI L’ipotesi dei rifiuti del Sud Italia inceneriti a Trezzo sull’Adda

Se l’amministrazione cornatese ha già fatto passi concreti per dire di no all’inceneritore, quella di Busnago è ancora nella fase di riscaldamento. «Stiamo cercando di capire come muoverci in accordo con gli altri Comuni della zona – ha spiegato il sindaco Danilo Quadri – Ci coordineremo per dire di no a questo provvedimento. E anche per ostacolare l’allargamento dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda». Busnago, infatti, si troverebbe accerchiata da una doppia minaccia: quella della trasformazione del cementificio di Calusco in un inceneritore, e quella dell’ampliamento del già esistente inceneritore di Trezzo, contro il quale l’amministrazione aveva già manifestato nel 2010.