Concorso, #Faiunoscatto e racconta la Brianza da salvare

VIDEO Berengo Gardin - #Faiunoscatto e racconta la Brianza da salvare. È l’iniziativa del Fai con il Circolo fotografico monzese e il Cittadino: un concorso per descrivere il paesaggio ovvero i cambiamenti, le speranze in occasione della mostra in Villa reale a Monza. Il regolamento e il modulo di iscrizione.
Cascina Boschetto a Monza, abbandonata, nella foto di Luca Bonetti
Cascina Boschetto a Monza, abbandonata, nella foto di Luca Bonetti Redazione online

La mostra delle immagini scattate da Renato Bazzoni alla Villa reale di Monza, organizzata dalla delegazione Fai brianzola, racconta questo: una radiografia dell’Italia censita dal fondatore del Fondo per l’ambiente italiano cinquant’anni fa. Cos’è successo nel frattempo? Tanto, spesso troppo, di frequente male.

Allora la proposta del Fai, che parte proprio da una frase di Bazzoni: “…il diritto al paesaggio è anche un dovere”. Nasce così il concorso fotografico#faiunoscatto che invita tutti a ripercorrere i passi di Bazzoni ma nel territorio di Monza e Brianza: scattare fotografie per capire dove viviamo oggi, senza censure, senza sconti, senza romanticismo. Monza e Brianza per quello che sono, ricordando che il diritto al paesaggio – cioè quello che ci circonda, che vediamo, che frequentiamo, che volenti o no ci condiziona la vita di tutti i giorni – è anche un dovere, il dovere di salvarlo e se possibile di migliorarlo.


QUI Il regolamento e il modulo di iscrizione


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“Voi come lo interpretate? Raccontate, con le vostre foto, la vostra Brianza” e l’appello del Fai Monza che rimanda per il regolamento al sito mostrabazzoni.it. Il concorso è organizzato dal Fai con il sostegno del Circolo Fotografico Monzese e il Cittadino e con il patrocinio di Isal – Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda Onlus.

«La mostra dedicata all’architetto Renato Bazzoni rappresenta l’occasione ideale per proporre una nuova tappa della riflessione sul paesaggio italiano iniziata cinquant’anni fa con la mostra Italia da salvare curata dallo stesso Bazzoni – scrive Luca Bonetti, del Fai, presentando l’iniziativa – I fenomeni di indifferente devastazione del territorio e del paesaggio indagati allora non soltanto non si sono esauriti ma hanno visto crescere i loro effetti negativi. In realtà, anche se gli effetti visibili si sono moltiplicati, è contemporaneamente cresciuta la consapevolezza di un crescente numero di cittadini che non intendono rimanere spettatori indifferenti ma diventare protagonisti attivi di quello che incide direttamente sulle loro vite».

Da qui è nato il Fai e la delegazione monzese presieduta da Elena Colombo da qui vuole ripartire, anche per la nostra Provincia, cercando di spiegare attraverso le immagini cosa abbiamo intorno, cosa dovremmo salvare, cosa no. «Le potenzialità ancora inespresse» dell’interesse verso l’ambiente, scrive il fondo, « sono enormi: per liberarle è necessario toccare le corde giuste affinché il maggior numero di cittadini esca dal torpore attraverso la curiosità, la conoscenza e la riflessione su quanto accade al territorio».

E ancora: «Fino a quando non ne saremo pienamente consapevoli e continueremo a individuare nella politica, nella finanza, nell’economia o in qualsiasi altro soggetto le responsabilità di questa condizione, non riusciremo a rendere efficace la nostra azione».

«La Repubblica tutela il paesaggio: articolo 9 della Costituzione – ha detto sempre Bazzoni nel 1982 in un’intervista ad Airone -. Esiste quindi un diritto al paesaggio, cioè a vivere in un organico, equilibrato, piacevole ambiente, derivato dal corretto intervento dell’uomo sulla natura» e poi «… siccome la res publica siamo noi, siamo noi a doverci difendere dal laido o dallo squallido.»L’obiettivo deve essere puntato su luoghi, fenomeni, oggetti che costituiscono il nostro paesaggio da guardare con occhi diversi.

«Bazzoni ci ha insegnato a essere curiosi, a non rassegnarci, a imparare a guardare, a confrontarci, a coinvolgere gli altri; riproponiamo il suo pensiero augurandoci che la risposta a questa iniziativa sia positiva e possa costituire un primo passo di un percorso più approfondito ed esteso». Per partecipare al concorso c’è tempo fino al 10 settembre, i moduli per iscriversi e le indicazioni sono sui siti mostrabazzoni.it e ilcittadinomb.it.

Per l’ispirazione, non c’è che la mostra in Villa reale: “Conoscere e amare l’Italia – Le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del Fai”, aperta al pubblico alla reggia fino al primo maggio.