Concorezzo dà l’addio a Jean Valenti, numero uno dei sommelier italiani

Addio a Jean Valenti, il numero uno dei sommelier italiani e fondatore dell’Ais. Aveva lavorato per anni al ristorante Savini di Milano dove aveva affinato la conoscenza dei vini per clienti del calibro di Aristotele Onassis, Maria Callas e il principe Ranieri di Monaco. Funerali venerdì a Concorezzo.
Concorezzo, Jean Valenti in una foto pubblicata sul sito ufficiale del ristorante californiano del figlio Duilio
Concorezzo, Jean Valenti in una foto pubblicata sul sito ufficiale del ristorante californiano del figlio Duilio Redazione online

Jean Valenti, il numero uno dei sommelier italiani, se n’è andato e ora sarà già in paradiso a consigliare i migliori vini a tutte quelle persone che negli anni hanno sempre ascoltato i suoi suggerimenti quando lavorava al ristorante Savini di Milano.
Ha chiuso gli occhi per l’ultima volta martedì mattina a 93 anni all’ospedale San Gerardo di Monza e con lui scompare il fondatore con tanto di tessera numero 1 dell’Ais (Associazione italiana sommelier) che oggi conta più di 35mila associati. Un maestro assoluto in tema di vini, champagne e spumanti. Ha trascorso gli ultimi 15 anni della sua vita a Concorezzo e ha passato gran parte della sua esistenza a mescere vino a grandi personaggi italiani e stranieri del calibro di Gianni Agnelli, Giuseppe Saragat, Jacqueline Kennedy, Aristotele Onassis e molti altri.

D’altronde Valenti è stato per tanti anni il sommelier del ristorante Savini a Milano, una vera e propria istituzione per la città meneghina.

«In verità secondo mia mamma Josephine con la mia parlantina dovevo diventare un avvocato – aveva raccontato qualche mese fa il sommelier – ma poi come spesso capita nella vita si prendono strade differenti».

Era nato nel’23 a Casazza, in provincia di Bergamo, dopo poco si era trasferito in Francia con i genitori (il papà era coltivatore di funghi) e all’età di 16 anni lavorava già come cantiniere al Grand Veneur di Barbizon, dove ha imparato i trucchi del mestiere.
L’incontro più clamoroso, e che ricordava ancora con piacere, risale agli anni ‘60. «Ero sommelier al Savini e una sera dopo uno spettacolo alla Scala si presentarono nel nostro ristorante Onassis, il principe Ranieri, Grace Kelly, Maria Callas e tante altre autorità italiane – aveva svelato ancora emozionato Valenti – mi si avvicinò l’armatore greco e stringendomi la mano mi disse: ”Sommelier mi raccomando non faccia mancare il Dom Perignon” e scoprii che mi lascio nel palmo della mano una mancia da 100 dollari. Quella sera stappai per loro la bellezza di 13 bottiglie e fu offerto anche alla scorta che si trovava fuori dal locale».

I funerali di Valenti sono in programma venerdì mattina nella chiesa parrocchiale di Concorezzo, poi sarà trasferito nel cimitero di Sirta (provincia di Sondrio).
«È stata una grande persona – ha raccontato il delegato Ais di Monza Fabio Mondini – non solo perché era un grande intenditore di vino. Se la nostra associazione esiste lo dobbiamo a Jean e il nostro compito è portarla avanti».