Cinque anni fa l’ecodisastro di Villasanta: l’unico condannato per la Lombarda fa ricorso in appello

23 febbraio 2010, cinque anni fa l’ecodisastro di Villasanta. Nessun ricorso in Appello da parte della Procura contro la sentenza di primo grado per l’ecodisastro della Lombarda Petroli di Villasanta. I pubblici ministeri rinunciano a impugnare il provvedimento che ha assolto i cugini Tagliabue. Lo farà l’unico condannato.
Cinque anni fa l’ecodisastro di Villasanta: l’unico condannato per la Lombarda fa  ricorso in appello

23 febbraio 2010, cinque anni fa l’ecodisastro di Villasanta. Nessun ricorso in Appello da parte della Procura contro la sentenza di primo grado per la Lombarda Petroli. I pubblici ministeri rinunciano ad impugnare il provvedimento che lo scorso ottobre ha assolto i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue dall’accusa di essere i mandanti dello sversamento dalle cisterne dell’impianto al confine con Monza di 2.400 tonnellate di gasolio e olii combustibili che, esattamente cinque anni fa, raggiunsero il corso del Lambro.

http://ilcittadinomb.it/videos/video/1004095/

Troppo vaghi, evidentemente, gli elementi per sostenere l’accusa anche in Appello. In primo grado, per i Tagliabue e per l’ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 5 anni. Il tribunale monzese, tuttavia, ha condannato il solo Giorgio Crespi, ex custode dello stabile. Da parte dei nuovi legali di quest’ultimo, gli avvocati Pietro Russo e Silvio De Stefano, è stato dato per certo ricorso in Appello.


LEGGI Disastro Lombarda, cinque anni al custode




LEGGI
Lombarda Petroli, il sindaco di Monza sulla sentenza: «Stupore e delusione»




LEGGI
Disastro Lambro, Legambiente: «Il rischio è che alla fine non pagherà nessuno»

«Nei confronti del nostro assistito non ci sono elementi per una condanna; i giudici hanno mal interpretato l’episodio dell’auto che lampeggiava la notte dello sversamento davanti all’ingresso dello stabilimento. Quei segnali erano destinati non al custode ma alle persone che erano all’interno del deposito ad aprire le cisterne. Sono andato a visionare i luoghi, e ci sono tanti posti dove chiunque avrebbe potuto facilmente scavalcare per introdursi all’interno della Lombarda Petroli» ha detto l’avvocato De Stefano.

La procura, aveva indicato il movente del disastro nell’esigenza, in capo alla proprietà, di coprire degli ammanchi di carburante, la cui movimentazione non era stata registrata e comunicata all’agenzia delle Dogane per il pagamento delle relative accise, in vista di una verifica fiscale, prevista di lì a breve. La tesi era stata coltivata dopo la scoperta di una “contabilità parallela”.