Chiusa la sezione femminile del carcere di Monza, era la più grande della Lombardia

Chiusura inaspettata della sezione femminile della casa circondariale di Monza, la più grande della Lombardia. Una scelta operativa già da un mese, e che ha lasciato sconcertati gli agenti dell’istituto monzese e le rappresentanze sindacali.
Chiusa la sezione femminile del carcere di Monza
Chiusa la sezione femminile del carcere di Monza

Si apre all’insegna della tensione tra gli agenti di Polizia penitenziaria e la direzione l’autunno alla casa circondariale di via Sanquirico, dopo la chiusura inaspettata della sezione femminile dell’istituto, la più grande della Lombardia. Una scelta operativa già da un mese, e che ha lasciato sconcertati gli agenti dell’istituto monzese e le rappresentanze sindacali che hanno già promesso battaglia.

Una decisione che ha provocato a cascata una serie di disagi tra il personale. Primo fra tutti la necessità di riassegnare le sessantuno agenti donne in servizio, che al momento occupano impieghi nei settori esterni, dagli ingressi alla caserma.

«L’amministrazione penitenziaria ha dimostrato grande difficoltà nella gestione di questa situazione – spiega Giuseppe Bolena, dell’Organizzazione sindacale autonoma di Polizia penitenziaria – e ha deciso di chiudere la sezione femminile senza nemmeno sentire le parti sindacali, nonostante l’elevatissima professionalità ed esperienza del personale».

La struttura, che ora conta meno di seicento detenuti maschi e che fino allo scorso luglio ha ospitato le ultime dieci detenute, dovrebbe diventare un reparto detentivo destinato alla custodia attenuata maschile. Una conversione che costerebbe 300.000 euro per i lavori di adeguamento delle celle e degli spazi. «Ci domandiamo se quei soldi non possano essere investiti magari per provvedere alla riparazione delle due caserme del personale di Polizia, per cui gli agenti pagano anche un canone mensile, e che versano in condizioni fatiscenti», concludono i rappresentanti dell’Osapp.