Caso Seregno: Lugarà libero, ma interdetto l’ex vicesindaco Mariani

A far da contraltare alla sentenza del Riesame che ha rimesso in libertà il costruttore, c’è quella del gip di Monza, che ha accolto la richiesta di misura interdittiva dai pubblici uffici avanzata dagli inquirenti nei confronti di Giacinto Mariani, l’ormai ex vicesindaco accusato di abuso d’ufficio.
L’ex vicesindaco di Seregno Giacinto Mariani con il suo legale
L’ex vicesindaco di Seregno Giacinto Mariani con il suo legale

La svolta, clamorosa, e che assesta un duro colpo all’impianto accusatorio, è arrivata giovedì sera. Il tribunale del Riesame ha scarcerato Antonino Lugarà, il costruttore al centro dell’inchiesta sul malaffare a Seregno. E non per motivi di salute, come si era pensato in un primo momento. Ma, secondo quanto appreso, per “mancanza di gravi indizi di colpevolezza”. Dunque non starebbe in piedi l’ipotesi di corruzione consistita secondo l’accusa nello scambio tra consenso elettorale e permessi ad edificare sull’area Dell’Orto-pullman.


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Così l’imprenditore seregnese, difeso dall’avvocato brianzolo Luca Ricci, ha potuto lasciare la struttura ospedaliera del carcere di Opera, dove era stato trasferito perché afflitto dai postumi di un intervento chirurgico, e tornare a piede libero. I magistrati del tribunale milanese, a questo punto, hanno 45 giorni di tempo per depositare le motivazioni, ma una decisione simile ha già una portata dirompente sull’intera inchiesta che ha portato al commissariamento del comune, e che vede Lugarà nel ruolo del corruttore.

A far da contraltare alla sentenza del Riesame, c’è quella del gip di Monza, che ha accolto la richiesta di misura interdittiva dai pubblici uffici avanzata dagli inquirenti nei confronti di Giacinto Mariani, l’ormai ex vicesindaco accusato di abuso d’ufficio.

E se, sempre in attesa di conoscere le motivazioni del provvedimento, manca il corruttore, allora, secondo gli avvocati degli altri indagati, manca anche il corrotto. In questo caso, principalmente, il sindaco Edoardo Mazza, attualmente agli arresti domiciliari dallo scorso 26 settembre. Il difensore del politico di Forza Italia, l’avvocato Antonino De Benedetti, ha riferito di voler valutare “la strategia da adottare”, riservandosi comunque, di voler “leggere i motivi del Riesame”.

Per Mazza, alla luce di questa pronuncia (“che non farebbe altro che confermare la bontà di quanto spiegato al gip dal mio assistito”), la via potrebbe essere quella di rivolgersi con una nuova istanza di revoca della misura al gip e, in caso di diniego, adire il tribunale del Riesame.