«Caro Ligabue ti scrivo: ti adoro, ma un concerto al Parco di Monza proprio no»

«Caro Liga, da sempre ti seguiamo ma avremmo preferito ascoltarti in un altro luogo e non nel nostro meraviglioso parco, un parco con la P maiuscola»: lettera aperta a titolo personale di Cristina Sello (Città Persone) e Sergio Civati (Pd).
Monza, 40mila persone in autodromo per il concerto di Manu Chao (foto Autodromo nazionale)
Monza, 40mila persone in autodromo per il concerto di Manu Chao (foto Autodromo nazionale) Chiara Pederzoli

«Caro Liga, da sempre ti seguiamo ma avremmo preferito ascoltarti in un altro luogo e non nel nostro meraviglioso parco, un parco con la P maiuscola (…) frequentato da tanti animali (…) un esosistema fragile e delicato che merita un’attenzione speciale e particolare». Una lettera d’amore per la musica, e per Luciano Ligabue in testa, quella scritta al rocker emiliano da Cristina Sello, vicepresidente della lista civica monzese Città Persone e Sergio Civati, responsabile del gruppo tematico Parco e Villa Reale del Pd, ma anche per il parco di Monza: «un monumento storico unico, come la Villa Reale».

I due, nonostante facciano parte di gruppi politici di centrosinistra, favorevoli al concerto di settembre, si sono mossi a titolo personale inviando a Ligabue una lettera aperta per esprimere perplessità rispetto all’utilizzo del “pratone” della Gerascia: «una bella e preziosa area verde – scrivono – vicino al Roccolo e a un Bosco Bello ripiantumato grazie a un gruppo di cittadini monzesi».

Si tratta della medesima area dove nel 1989 si esibirono (tra le polemiche) i Pink Floyd e, l’anno scorso, Manu Chao (anche se con un numero di spettatori di gran lunga inferiore rispetto ai 100mila attesi per Ligabue). «Troppe persone tutte insieme avranno un impatto troppo forte» scrivono.

Ma, visto che ormai non si può più tornare indietro, Sello e Civati invitano il cantante a farsi portavoce di una attenzione: «Ti chiediamo solo di avere la voglia di capire e di far capire a chi sarà lì con te, quanto sia importante e bello il posto che ti sta ospitando, quanto vada rispettato, come andrebbe vissuto in modo migliore, tutelato come un’opera d’arte».