Carate, la truffa della dipendente delle Poste va in tv: parlano vittime e accusata

A Carate Brianza arrivano le telecamere della Rai e il caso della besanese ex dipendente dell’ufficio postale di via General Cantore, indagata dalla Procura di Monza per truffa, giovedì sera è finito a “Mi manda Rai3”. Lei dice: «È una gogna mediatica».
Tiziana Pirola postina
Tiziana Pirola postina Roberto Magnani

A Carate Brianza arrivano le telecamere della Rai e il caso della besanese ex dipendente dell’ufficio postale di via General Cantore, indagata dalla Procura di Monza per truffa, giovedì sera è finito a “Mi manda Rai3”, la storica trasmissione che dà voce a chi ha subito raggiri, soprusi e disagi.

In studio e in collegamento con l’avvocato Debora Piazza, alcune delle decine di brianzoli che dal 2014, fidandosi di quella che consideravano una parente, un’amica e una conoscente fidata, hanno consegnato all’insospettabile Tiziana Pirola ingenti somme di denaro. Ammaliati da guadagni facili (la donna prometteva loro il 10 % di interessi) almeno 40 correntisti sarebbero caduti nella rete di quello che ha tutta l’aria di essere un incredibile raggiro, ma è forte il sospetto che i truffati siano molti di più e che tanti non abbiano ancora sporto denuncia.

La besanese, casa a Villa Raverio, in una villetta del residence “Primavera” che, guarda caso, è proprio il nome del prodotto che lei stessa presentava alla sue “vittime”, si difende: «Sono vittima della gogna mediatica». In buona sostanza, la donna proponeva investimenti postali riservati, per sua stessa ammissione, ai soli dipendenti di Poste Italiane. Così facendo, faceva confluire nel suo conto corrente il denaro ricevuto da amici, conoscenti e parenti, con la promessa di investirli a nome suo in un fantomatico “Progetto Primavera”.

Sembrava insomma un affarone da non farsi sfuggire. A decine ci sono cascati, salvo poi pentirsene amaramente quando, ricevuti sull’unghia gli interessi per i primi mesi (la promotrice finanziaria li consegnava di persona, direttamente a casa, insieme a documenti truccati su cui apponeva il vero timbro delle Poste), sono iniziate le prime scuse e i primi ritardi. Tra le “vittime”, Paolo Bonfanti ed Anselmo Beretta, che giovedì sera hanno raccontato la loro disavventura a Salvo Sottile. Il primo ha consegnato 50mila euro, ne ha versati 32mila il secondo. La prima denuncia di un correntista, la prima di una lunga serie, è dell’agosto dello scorso anno. Poste ha licenziato la besanese a fine 2016. La Procura di Monza ha iscritto il suo nome nel registro degli indagati. Tra chi le ha consegnato i risparmi di una vita, e chi è arrivato a versare oltre centomila euro, secondo le prime querele presentate alla Guardia di finanza di Monza, finora la cifra si aggirerebbe intorno al milione di euro. Ma in tanti sono convinti che la somma sia destinata a crescere.

La difesa – «È un pasticciaccio». Lei dice proprio così, quando, nel salotto della sua villetta racconta la sua verità davanti alle telecamere. Raggiunta al telefono dall’inviato di Salvo Sottile, la cinquantasettenne besanese si difende: «È una gogna mediatica di cattivo gusto. Sono stanca. Ma lei lo sa quanto mi fa sa stare male questa storia?».
Aperto il cancello di casa, aggiunge: «Non ho niente da dire. È un pasticciaccio che spiegherà il mio avvocato nelle sedi opportune». Poi, in salotto, aggiunge, scoppiando a piangere: «Anche io ho subito raggiri. Non ho una lira da dare a queste persone. Ma a loro ci penserà Poste, che si costituirà parte civile nel processo e rimborserà tutto. A me, invece, che ho perso il lavoro alla mia età, chi ci pensa? Sono una truffatrice? Sapeste quanta altra roba c’è dietro…». Dichiarazioni pesanti, che l’avvocato difensore della donna, Pierluigi Cazzetta, in collegamento con Sottile giovedì sera dal suo studio, non sapeva fossero state rilasciate: «Ho ricevuto l’incarico solo da qualche giorno – così il legale – e ci sono aspetti che andranno approfonditi e verificati. Una cosa, però, ci tengo a dirla subito: la signora Tiziana ha appreso dai giornali di essere stata denunciata, non ha ricevuto atti».