Carate, in mille per salutare Agnese Longoni: era stata investita in viale Brianza

Erano più di mille, martedì mattina, a Carate Brianza per l’ultimo saluto ad Agnese Longoni Redaelli, 64 anni, investita nel tardo pomeriggio del 29 dicembre in viale Brianza. In trecento almeno hanno seguito la celebrazione dal sagrato della chiesa.
Carate, i funerali di Agnese Longoni
Carate, i funerali di Agnese Longoni Attilio Pozzi

Erano più di mille, martedì mattina, a Carate Brianza per l’ultimo saluto ad Agnese Longoni Redaelli, 64 anni, investita nel tardo pomeriggio del 29 dicembre in viale Brianza. Un saluto iniziato con la messa in prepositurale e finito con la sepoltura al camposanto. In trecento almeno hanno seguito la celebrazione dal sagrato della chiesa dei santi Ambrogio e Simpliciano.


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«Non esiste il caso, né la coincidenza. Noi, ogni giorno, camminiamo verso luoghi e persone che ci aspettano da sempre». È l’aforisma che il marito Giuseppe, i figli Diletta, Irene e Francesco (con la sua Katy), e il fratello Elio, hanno fatto stampare sulle carte che hanno annunciato la scomparsa della donna.

Agnese Longoni Redaelli è stata investita da un’auto mentre attraversava il trafficatissimo viale Brianza, all’altezza della baita degli alpini. Una strada dove “servirebbe una rotatoria in più”, proprio all’altezza di viale Firenze dove è successo l’incidente, ma è un’opera su cui “dovrà riflettere la prossima amministrazione”, ha commentato il sindaco Francesco Paoletti.

Inutili i soccorsi: la caratese, volto noto della comunità locale, un passato da catechista in parrocchia e un presente da volontaria alla cooperativa sociale In-Presa al fianco di tanti altri membri della fraternità di Comunione e liberazione, è morta poco dopo l’arrivo all’ospedale.

Sempre presente alle iniziative di soccorso proposte dal movimento di Cl e da altri (era ad esempio volontaria della fondazione Banco farmaceutico). «Aiutava tanti ragazzi a volere bene al Signore, con serietà e letizia», così don Sandro ricordando, con dolcezza e gratitudine, l’Agnese catechista e quella che «ripeteva sempre che la vita è un dono. Un dono ricevuto e da comunicare».

I ricordi del marito Gary e dei figli Checco e Nene –
sul Cittadino del 7 gennaio (in edicola già all’epifania)
– ne hanno fatto il ritratto di una donna sorridente che con la sua presenza univa la famiglia.