Caldo e inquinamento, decine di pesci morti galleggiano lungo il fiume Seveso

Ancora pesci morti lungo il Seveso. A lanciare l’allarme in questo torrido inizio di agosto è Oscar Greco, referente dell’associazione ambientalista “Fiume vivo”.
Pesci morti lungo il Seveso
Pesci morti lungo il Seveso

Ancora pesci morti lungo il Seveso, nel territorio di Cesano Maderno. A lanciare l’allarme in questo torrido inizio di agosto è Oscar Greco, referente dell’associazione ambientalista “Fiume vivo”. «Si è ripetuto in tono minore il fenomeno della moria di pesci. Un episodio analogo, ma di dimensioni ben maggiori, era avvenuto a giugno. Ora i pesci morti sono qualche decina, l’altra volta si contavano a centinaia». Le cause? Il fenomeno dell’inquinamento associato al grande caldo, secondo Greco. «Un fenomeno – continua – che si ripresenta con effetti vistosi all’approssimarsi dei temporali. Penso che si tratti dei “soliti” che hanno residui di lavorazioni che stoccano in vasche e che aspettano il momento giusto, in cui il fiume si gonfia per le piogge, per scaricarli nella corrente. L’ultimo temporale non è stato di forte intensità, quindi la sostanza inquinante è finita in un fiume che ha poca acqua. E ha fatto disastri».

«Come associazione – continua Greco – insistiamo su quella che potremmo chiamare una ri-educazione ambientale. Portare la gente che vive sul fiume ad avere un buon rapporto con il Seveso. Non considerarlo solamente una fogna. Chi inquina è un imbecille, è un cretino».

L’ultimo episodio era avvenuto a giugno. A cavallo tra Cesano, Bovisio e Varedo lungo il Seveso si era registrata un’improvvisa moria di pesci. Centinaia di esemplari galleggiavano privi di vita in particolare sotto il ponte di piazza Monsignor Arrigoni a Cesano. Allora la città era in piena campagna elettorale. Erano stati i militari di “Forza Nuova”, compreso il candidato sindaco Luca Giugno, ad accorgersi del violento schiaffo a madre natura e a dare l’allarme. In contemporanea si erano mobilitati gli esponenti di centrosinistra, impegnati a loro volta nei gazebo elettorali. I primi a intervenire erano stati i vigili del fuoco. Scesi all’angolo tra le vie Ronzoni e il posteggio della stazione, l’unico punto in cui è possibile accedere al fiume, avevano prelevato pesci morti e campioni d’acqua.