Bus nel Vimercatese, viaggi nell’incubo: autisti aggrediti dai baby bulli

Dalle Torri bianche fino a Busnago, linea Z321. Dieci chilometri tondi tondi che gli autisti dei pullman di linea conoscono come le loro tasche. Perché è proprio in quel tratto della strada provinciale numero 2, la Monza-Trezzo, che si consumano i più incredibili episodi di bullismo e rabbia a bordo dei mezzi.
Bus nel Vimercatese, viaggi nell’incubo: autisti aggrediti dai baby bulli

Potrebbe sembrare una scena da Arancia meccanica, il film del 1971 di Stanley Kubrick su un futuro immaginario dominato dalla violenza giovanile. No, qui la violenza è tutta vera. E ne sanno qualcosa (anzi, molto) gli autisti dei bus della Net che quotidianamente devono affrontare gruppi di ragazzi che possono trasformare una corsa in un incubo.

Dalle Torri bianche fino a Busnago, linea Z321. Dieci chilometri tondi tondi che gli autisti dei pullman di linea conoscono come le loro tasche. Perché è proprio in quel tratto della strada provinciale numero 2, la Monza-Trezzo, che si consumano i più incredibili episodi di bullismo e rabbia a bordo dei mezzi. Sono una decina i ragazzi che, insieme, seminano il panico a bordo. A volte si aggiungono anche altri giovanissimi, tutti minorenni ovviamente, attratti dalla legge del branco. Scimmiottano i comportamenti dei più violenti, per farsi belli agli occhi dei “capi”.

“Spaccano i mezzi, aprono le porte quando siamo in marcia. Fumano spinelli, gridano e sputano. Fanno di tutto”. A raccontare il lavoro quotidiano è uno degli autisti, che per ovvie ragioni vuole mantenere l’anonimato. I momenti peggiori sono al pomeriggio, quando i ragazzi tornano a casa dall’Omnicomprensivo di Vimercate. E la sera. Soprattutto nel fine settimana, nelle serate di venerdì e sabato. Dalle 20 alle 23 il bus diventa terra di nessuno. Dove vige solo la legge del branco.

I ragazzi tornano dai luoghi di divertimento di Monza e, soprattutto, Vimercate. “Spesso sono ubriachi e fumati. E sugli autobus è l’inferno”. Per i mezzi, ovvio, sottoposti a ogni genere di tortura. Ma anche per gli autisti e per i passeggeri. I primi sono sempre più spesso il bersaglio preferito delle gang giovanili. Si prendono insulti e schiaffi. Addirittura negli ultimi mesi un bullo particolarmente su di giri, mentre l’autobus stava andando, ha preso in mano il volante e ha sterzato per poter scendere più vicino alla propria abitazione. “E’ capitato anche di lasciare gli autobus per strada, impossibile continuare la corsa con loro a bordo – racconta l’autista -. Ad andarci di mezzo sono anche gli altri utenti”.

Già, non ci sono i giovanissimi sbandati a bordo. Ci sono anche mamme, nonne e lavoratori. “Viaggiano impauriti, diventano intimoriti quando capiscono che gli animi si stanno scaldano” confessa il dipendente Net. Gente che paga regolarmente il biglietto. Sono pochi, visto che i controlli sono scarsi e “capita che ci siano giorni in cui la macchinetta non oblitera neanche un biglietto”. Gli autisti Net chiedono più sicurezza e controlli. Non vogliono più essere lasciati soli ad affrontare i violenti.