Bus a rischio, Autoguidovie scrive alla Provincia: «Rischio tagli del 40%» (e non è tutto)

La coperta è corta e comunque la si tiri qualcuno resterà scontento. Difficile trovare una soluzione al drastico taglio della Provincia sui trasporti. Autoguidovie ha scritto alla Provincia.
Mappa trasporti pubblici z Monza e Brianza
Mappa trasporti pubblici z Monza e Brianza Redazione online

La coperta è corta e comunque la si tiri qualcuno resterà scontento. Difficile trovare una soluzione al drastico taglio della Provincia sui trasporti: mancano un milione e 800mila euro per garantire il servizio fino 31 dicembre 2016 e le vie d’uscita sono davvero poche. Se nel frattempo non si troveranno soluzioni i primi ad essere penalizzati potrebbero essere gli studenti con i tagli (come confermano alcune voci interne a una delle aziende di trasporti coinvolte, Autoguidovie) sulle linee 219 (Monza-Paderno Dugnano), 234 (Vedano-Muggiò) e 251 (Desio-Cesano Maderno).


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Alternative? Ritoccare le cosiddette fasce morbide con ripercussioni sugli utenti che normalmente utilizzano i mezzi durante la giornata. Oppure aumentare il prezzo del biglietto, una decisione che comunque non può essere presa dall’azienda.

Difficile trovare il bandolo della matassa perché l’unico modo per garantire il servizio è che Provincia trovi quei soldi che non ha. In caso di tagli alle corse per 1,8 milioni rimanere a piedi non sarebbero soltanto gli studenti, ma anche 25 dipendenti che verrebbero inviati (nella migliore delle ipotesi) sulle altre tratte dell’azienda.

«I più fortunati – dicono alcuni dipendenti – andranno a Gessate, gli altri potrebbero essere dirottati a Padova, Pavia o Genova». Un trasferimento non certo facile per coloro che in Brianza hanno casa e famiglia. L’alternativa è semplice: esuberi.

Non è un calcolo a spanne: il Cittadino ha potuto leggere una lettera che Autoguidovie (uno degli appaltatori con Net e Air Pullman) ha inviato in Provincia ricordando prima di tutto gli estremi del contratto sottoscritto con l’ente, vivo fino alla fine dell’anno, sottolineando che «le esigenze di pubblica utilità» che «devono essere relative all’utenza/essere attinenti all’organizzazione dei servizi; e che non è ammissibile a tale ipotesi quella di una eventuale sopravvenuta carenza di risorse che comporti la difficoltà di adempiere alle obbligazioni contrattuali».

In altri termini si possono ritoccare i servizi, ma non al ribasso perché mancano i fondi visto che, come si legge ancora nella lettera «i servizi attuali sono già il risultato di progressive riduzioni di risorse succedutesi dal 2010 in poi».

Con ulteriori tagli sarebbe il caos per tutti: se si taglia nelle ore di punta a rimetterci saranno studenti, se si taglia nelle fasce di morbida «si altererebbe radicalmente – si legge nel documento – l’attuale costruzione della prestazione del servizio definita alla ricerca di un equilibrio già oggi estremamente difficile a raggiungere». Traduzione: se si riduce il contratto la società non perde solo i soldi della Provincia, ma anche quelli di chi paga biglietti e abbonamenti, pur mantenendo le spese (contratti, ammortamento dei mezzi e altro). Autoguidovie dice: se dovessimo fare i conti con quel taglio dovremmo diminuire del 40% le corse degli studenti. Che non troverebbero posto su altre corse per questione di sicurezza e affollamento. Per Autoguidovie l’unica seria alternativa è l’aumento dei biglietti, ma chi ha fatto i conti parla del 20% in più. Difficile credere che la Provincia possa accettarlo.

Intanto i lavoratori nelle prossime settimane incontreranno anche il consigliere del Movimento 5 Stelle Gianmarco Corbetta per portare il problema anche in consiglio regionale.