Burago: «Aggredito perché preso per un ladro», ma era un fattorino che aveva sbagliato ingresso

Processo a Monza contro padre e figlio di Burago Molgora, titolari di un’azienda: un fattorino li accusa di averlo aggredito scambiandolo per ladro, ma aveva solo sbagliato ingresso.
L’ingresso del tribunale di Monza
L’ingresso del tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

Lo avrebbero scambiato per un ladro, tanto da aggredirlo, costringendolo a rifugiarsi sulla cancellata. La fuga fu decisiva per evitare che la situazione potesse ulteriormente aggravarsi. Lo avrebbero colpito alla testa, minacciandolo persino con una spranga. Circostanze sulle quali il tribunale di Monza sta ora cercando di fare chiarezza. Ma il fantomatico ladro, residente dalle parti di Rozzano, era soltanto un fattorino che aveva sbagliato ingresso: una distrazione che gli è costata cara anche se per fortuna le lesioni riportate nella presunta aggressione non sono state gravi.

I fatti, avvenuti a Burago Molgora, risalgono al mese di gennaio del 2012, ma la curiosa vicenda è tornata a essere di attualità mercoledì mattina, davanti al giudice Simona Caronni, quando in aula a Monza hanno riferito due testimoni indiretti di quell’episodio. «Quel giorno – ha raccontato uno dei due teste – il fattorino venne a consegnare dei pacchi. Personalmente ho visto, quando sono uscito, che discutevano molto animatamente negli spazi comuni degli uffici». Sul banco degli imputati sono seduti padre e figlio, residenti a Burago Molgora. «Mi sono affacciato alla finestra per vedere quando sarebbe arrivato il fattorino che stavamo aspettando per una consegna – ha aggiunto il teste – e lo vedo arrampicato sul cancello che urla. Scendo in cortile con un’altra persona e assisto a questo battibecco tra le tre persone, i due familiari e il fattorino che era molto arrabbiato. Da quello che avevo capito aveva sbagliato portone. Doveva venire da noi ma entrò negli uffici di fianco per errore. Mi aveva raccontato di essere stato aggredito con una spranga. Chi lo aveva aggredito si era giustificato dicendo che circa un mese prima aveva subito già un furto in ditta».

Temendo si trattasse di un ladro pronto a saccheggiare l’azienda, padre e figlio si sarebbero scagliati contro il pony: «Chiamammo i carabinieri e l’ambulanza – ha proseguito il secondo testimone – il pony aveva ecchimosi alla testa e allo zigomo. Ci aveva raccontato di essere stato strattonato e di aver ricevuto questo pugno in testa». Nessuno dei due testimoni, tuttavia, ha assistito direttamente alla scena. Alla fine del mese di maggio si torna davanti al giudice, Simona Caronni. La Procura di Monza, invece, è rappresentata dal vice procuratore onorario, Paola Zimbaldi. Nelle prossime udienze potrebbero essere ascoltati anche i due imputati.