Brugherio: nuovo incontro per Candy. C’è un piano per ridurre i benefit

Nuovo incontro tra sindacati e proprietà per la situazione della Candy di Brugherio. Al di là dei 300 esuberi l’azienda ha proposto un piano per ridurre alcuni benefit. Tra cui la 14esima. Ma la trattativa deve ancora decollare
Una fase della lavorazione nello stabilimento Candy
Una fase della lavorazione nello stabilimento Candy

Nuovo incontro tra i vertici Candy e i rappresentanti sindacali: le quattordicesime dei lavoratori sono a rischio. I dirigenti che giovedì scorso in Associazione Industriali hanno incontrato le Rsu del gruppo hanno infatti presentato un’ipotesi di intervento che taglierebbe una serie di benefit introdotti nell’arco di decenni. Allo scopo di abbassare i costi e rendere lo stabilimento brianzolo più competitivo sul mercato, si sta valutando la possibilità di intervenire sul contratto di secondo livello, ovvero su quello interno che, in tempi di vacche grasse, è stato introdotto per integrare il contratto nazionale.

A Brugherio le voci in elenco sono numerose. C’è il taglio della quattordicesima, innanzitutto, ma anche la durata delle pause che potrebbe abbassarsi dal 5 al 4 per cento, la rimodulazione del sistema dei premi, la cancellazione del servizio gratuito di trasporto per i lavoratori che arrivano dagli stabilimenti chiusi nei dintorni, come quello della Bessel.

È stato questo l’argomento all’ordine del giorno di giovedì, sebbene i contenuti siano stati solamente elencati, con il rinvio del dibattito a un nuovo incontro. «Ci siamo limitati a prendere visione della richiesta dei dirigenti -ha riferito brevemente Paolo Mancini delle Rsu, giovedì pomeriggio- il ragionamento è ancora tutto da fare e le eventuali modifiche si collocherebbero comunque tra due anni. Oggi parlare dei contenuti è prematuro».

Al di là dei dettagli, quello che colpisce è la direzione in cui va la richiesta di Candy. Di fatto si chiede un sacrificio a dei lavoratori che già da due anni lavorano in regime di solidarietà, solo tre giorni alla settimana per turni da 4 ore. E che di recente hanno risposto positivamnete alla riorganizzazione delle linee con un incremento della produttività oraria. Se ci aggiungi che la prospettiva è il taglio di 300 posti di lavoro, come annunciato da Candy diversi mesi fa, è facile immaginare l’umore dei lavoratori nel mettere sul piatto anche la propria quattordicesima.

Va detto peraltro che, sul secondo livello del contratto, l’azienda avrebbe mano libera e che quindi probabilmente le due parti si confronteranno contrattando un compromesso. L’ipotesi più probabile è che i rappresentanti dei lavoratori scelgano di immolare qualche benefit sull’altare dell’occupazione. La rinuncia dlela quattordicesima, tanto per restare in tema, potrebbe anche essere concessa senza contestazione, se la maggior competitività dello stabilimento così ottenuta riducesse gli esuberi. Oggi Candy ribadisce la necessità di abbassare i volumi produttivi a 300-350mila macchine all’anno. Da qui la volontà di dimezzare il personale. Ma i lavoratori continuano a chiedere di traferire a Brugherio una parte della produzione cinese, per puntare su una linea di qualità che sul mercato abbia come valore aggiunto il marchio Made in Italy.