Antonio Di Pietro diventa presidente di Pedemontana

La società Pedemontana ha nominato come presidente l’ex pm di Mani pulite ed ex ministro delle Infrastrutture. Maroni esulta, il Pd no
Antonio Di Pietro
Antonio Di Pietro

È Antonio Di Pietro il volto nuovo di Pedemontana: l’ex pm di Mani Pulite, nonché ex ministro alle Infrastrutture, è da giovedì presidente della società che deve completare l’autostrada che, sulla carta, dovrebbe collegare Como e Varese a Bergamo, passando per la Brianza. L’assemblea dei soci, oltre a Di Pietro, ha nominato nel consiglio di amministrazione Manuela Giaretta e Fabio Santicioli.

Il primo a esultare per il nuovo corso è Roberto Maroni: sembra, del resto, che sia stato proprio il governatore a spingere sul nome dell’attuale presidente che, invece, non pare altrettanto gradito al resto del centrodestra così come a parecchi esponenti del Carroccio. «Sono lieto – afferma Maroni – in quanto da ministro ha dato grande impulso alle infrastrutture in Lombardia e sono certo che ora saprà fornire un contributo importante al completamento delle opere in cantiere, in primis della Pedemontana».

A Di Pietro il lavoro non mancherà di certo in quanto dovrà cercare di sbloccare i cantieri di Pedemontana fermi per il mancato arrivo dei finanziamenti privati: le banche si sono via via sfilate dal programma in quanto la crisi economica e il conseguente calo del traffico rischiano di non rendere remunerativo un investimento tanto importante. Le tariffe nettamente più elevate rispetto a quelle applicate su altre arterie simili, oltretutto, allontano i pendolari. Pedemontana, in ogni caso, non rappresenta una questione sconosciuta per il neo presidente dato che gli unici fondi statali sono arrivati nelle casse della società quando lui guidava il ministero: è proprio grazie a quei circa 800 milioni di euro che i cantieri sono stati avviati. Ora, però, l’opera è ferma nonostante la defiscalizzazione per circa 400 milioni di euro concessa agli investitori privati dall’esecutivo Renzi.

È difficile prevedere le prossime mosse del rinnovato consiglio di amministrazione: al progetto continuano a guardare con preoccupazione i sindaci brianzoli della tratta B2 che sperano ancora nell’adeguamento della Milano-Meda, non in grado di assorbire il traffico convogliato da Pedemontana sulla superstrada. Difficile anche ipotizzare se la carenza di fondi possa convincere il cda a rivedere il disegno originale, a ridimensionare alcuni particolari come il previsto svincolo di Desio, a proseguire i lavori fino a Vimercate e a interromperli definitivamente senza arrivare a Bergamo, come proposto lo scorso anno dalla Provincia.

Una revisione del piano è auspicata anche dal Pd lombardo, perplesso di fronte all’ingresso di Di Pietro nel cda: «Per utilizzare – commenta il capogruppo regionale Enrico Brambilla – una sua espressione potremmo dire “Che c’azzezza?”. Sembra che Maroni si preouccupi solo di rifarsi una verginità attorniandosi di magistrati e controllori dopo il fallimento dell’operazione ramazza. I problemi di Pedemontana sono un progetto che non sta più in piedi e una copertura finanziaria inadeguata: misureremo la bontà di questa nomina sulla capacità di affrontare questi nodi».

Monica Bonalumi