Annegata con un cappio attaccato a un mattone, caccia agli aguzzini del setter di Varedo

Caccia aperta agli aguzzini che hanno ucciso una cagnolina setter annegandola nel Villoresi legandola a un mattone, tra Varedo e Paderno. La macabra scoperta nel pomeriggio di giovedì 11. La pagina facebook Giustizia per la setterina ha superato già 2mila adesioni.
Il ritrovamento del corpo della cagnolina e il tratto padernese del Villoresi
Il ritrovamento del corpo della cagnolina e il tratto padernese del Villoresi

È stata trovata con un cappio al collo e all’altra estremità della corda un grosso mattone. Non c’è stato scampo per il cane setter femmina che è stata annegata nelle acque del canale Villoresi. E nessun dubbio c’è neanche sulla volontarietà dell’autore del gesto che ha così voluto portare alla morte la cagnolina: troppo corta la corta per garantire anche una sola speranza di sopravvivenza. L’allarme è partito nel primo pomeriggio di giovedì, poco prima delle 14, quando alla sala operativa dei Vigili del Fuoco è arrivata una chiamata che segnalava la presenza dell’animale nel Villoresi, sott’acqua tra Varedo e Paderno Dugnano.

Ma il tam tam mediatico era già partito nella tarda mattinata con i social network: nel gruppo Facebook Sei di Limbiate se… è stato segnalato il caso nel tratto limbiatese nei pressi della Comasina. In realtà l’esemplare di cane da caccia è stato recuperato, ormai senza vita, dal nucleo Sommozzatori dei Vigili del fuoco di Desio nel territorio di Paderno, a Palazzolo, al confine con Varedo. Gli uomini intervenuti hanno dovuto posizionare un breve tratto di scala lungo l’argine per trainare l’animale dall’alveo e riportarlo a riva. Il livello dell’acqua non era altissimo, ma la corrente era forte. È apparso subito chiaro come i nodi da strozzatura del cappio fossero stati purtroppo realizzati a regola d’arte. Sul posto anche il personale dell’Asl Mi1 e successivamente, anche gli uomini del comando della Polizia locale di Limbiate, comune dal quale inizialmente era partita la segnalazione.

Dalle prime notizie sembrerebbe che la cagnolina fosse dotata di microchip ancora attivo, un elemento importante per risalire al proprietario, nonostante le condizioni di conservazione facessero pensare ad una permanenza nell’acqua di almeno due giorni. Le indagini sono in corso per risalire al nominativo registrato e capire cosa possa essere successo e se fossero stati denunciati il furto o lo smarrimento della setter. E l’indignazione è cresciuta verso un atto che ha lasciato grande amarezza anche nei soccorritori. Sono in tanti a domandarsi la motivazione di un atto di violenza gratuito verso un animale indifeso anche nel gruppo Facebook Giustizia per la setterina di Limbiate che in poche ore ha raggiunto i 2mila e 200 iscritti.