Aggredito e rapinato sulla ciclopedonale tra Nova e Paderno: «Manca del tutto la sicurezza»

Una vera trappola. Così un novese 25enne definisce il tratto della pista ciclopedonale tra Nova Milanese e Paderno Dugnano dove è stato aggredito lo scorso weekend: «Ma su tutta la pista manca la sicurezza».
Aggredito e rapinato sulla ciclopedonale tra Nova e Paderno: «Manca del tutto la sicurezza»

Una vera trappola. Così un novese 25enne definisce il tratto della pista ciclopedonale dove è stato aggredito lo scorso weekend. Infermiere di professione e amante della pista che percorre a piedi o in bicicletta, in pieno pomeriggio si trova ad imboccare il tratto di pista al di sotto della Milano-Meda, esattamente sul confine tra il territorio di Nova Milanese e quello di Paderno Dugnano. Un sottopasso che farebbe paura attraversare all’imbrunire, con poca visibilità anche di giorno.

«Da Paderno stavo tornando verso Nova – racconta Eugenio C. – appena ho imboccato il sottopasso ho notato un ragazzo di colore sui 35 anni appoggiato al muro, io avevo il telefono in mano, nella mano destra esattamente e stavo per chiamare la mia ragazza con la quale mi sarei dovuto vedere di lì a breve. Ho proseguito sulla mia strada, ma a metà del sottopasso ho notato che l’uomo mi stava seguendo, non ho fatto in tempo ad arrivare alla fine che questi mi ha aggredito con un forte morso sulla spalla, per farmi mollare la presa del cellulare. Ho tentato di inseguirlo fino a quando è salito sulla bici viola ed è corso verso l’oasi del Gelsi».

Ha cercato di chiedere aiuto ai passanti, ha tentato di fermare un ciclista ma questi complici le cuffiette per la musica non ha risposto all’appello.

«Mi sono trovato un morso sulla spalla, di cui porto ancora i segni a distanza di giorni, e senza telefono per chiamare i miei familiari». Poi ha chiesto di fare una telefonata ad un altro passante, prima di incamminarsi verso la stazione dei carabinieri di Nova. Al di là del morso e del telefono rubato, la rabbia di Eugenio C. aumenta per la mancanza di sicurezza su uno dei luoghi più belli del territorio.

«Ho sempre pensato, e lo penso ancora – sottolinea il ragazzo – che la pista ciclopedonale sia uno dei luoghi più belli di Nova, però manca la sicurezza. All’inizio di ogni tratto su un grande cartello si legge che ogni persona è responsabile di ciò che può succedere sulla pista, ma credo che le istituzioni debbano fare in modo che tutti i cittadini possano stare tranquilli, non c’è nemmeno una fontanella, una colonnina per chiamare soccorsi. E se qualcuno si sente male? In Liguria, sulla pista ciclabile della riviera dei fiori, realizzata su quella che un tempo era una ferrovia sono state collocate colonnine Sos. Non credo ci voglia molto. Solo la volontà».

Di aggressioni in pista le forze dell’ordine locali non ne hanno registrate, ma di incidenti lungo il Canale Villoresi, quelli sì, l’ultimo nell’agosto scorso quando un ragazzo è scivolato nel tratto tra Nova e Muggiò e solo il coraggio e la tempestività di un novese di passaggio lo ha salvato.