A caccia (col binocolo) di rondoni sui palazzi di Monza: eccoli

Monza si scopre terra di rondoni: il centro conta molti nidi e dopo l’arengario il municipio, negli ultimi anni, è diventato casa di rondoni pallidi. Un safari fotografico nella giornata nazionale.
Rondoni a Monza
Rondoni a Monza Fabrizio Radaelli

L’appuntamento era venerdì 23 giugno all’Arengario di Monza. Indispensabile era avere con sé un binocolo e tanta voglia di scoprire tra le vecchie mura della città i nidi di rondoni. Per la prima volta anche Monza ha partecipato al Festival dei rondoni, iniziativa nazionale giunta al quinto anno, con iniziative varie in diversi comuni d’Italia.

A Monza l’anima della manifestazione, promossa dal Comitato parco con Legambiente, è Matteo Barattieri, geologo con la passione per l’ornitologia. «Il rondone -spiega- è un piccolo uccello migratore della famiglia degli apodidi e non ha nulla a che fare con le rondini anche se spesso viene confuso».

Il rondone trascorre gran parte del tempo in aria dove caccia insetti alati, si accoppia e, addirittura, dorme volando. Costruiscono il nido in cavità naturali delle rocce o degli alberi, ma più spesso artificiali, come cornicioni e grondaie. «A Monza c’era una nutrita colonia all’arengario -spiega Barattieri- ora abbiamo la più grande colonia di rondoni pallidi sul palazzo del comune. Abbiamo contato settanta nidi costruiti tra le persiane delle finestre del secondo e terzo piano».

Il periodo migliore per osservarli è l’estate durante la nidificazione ed è anche il momento in cui i giovani rondoni iniziano la perlustrazione in cerca di una “casa” per il prossimo anno. Suggestivi sono i voli di gruppo, frequenti soprattutto al tramonto, quando è possibile ascoltare il loro canto stridente e prolungato, che, da maggio a metà luglio, rappresenta una delle voci animali più facilmente udibili nei centri abitati.